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Infrastrutture e tecnologie digitali tra innovazione e sostenibilità

  • Incontro in modalità digitale
  • 3 Marzo 2022

        La trasformazione digitale è una rivoluzione in corso che con lo scatenarsi della pandemia COVID-19 ha subìto una forte accelerazione che l’ha resa un tema da affrontare con urgenza. L’inserimento di processi digital-driven nella quotidianità delle persone e delle aziende, che spesso viene dato per scontato, necessita, infatti, di essere governata opportunamente. Come tutti i cambiamenti, la rivoluzione digitale può tendere ad unire e includere, ma anche a dividere ed escludere. In questo senso, le due dimensioni di indirizzo principali sono quella culturale e quella infrastrutturale.

        Quando ci si riferisce alle giovani generazioni – millenials, zoomers e alpha-generation – si parla spesso delle generazioni del digito ergo sum; di generazioni, cioè, native digitali e che tramite il solo utilizzo degli strumenti tecnologici riescono a creare comunità, lavorare e comprare e vendere beni e servizi. L’affermarsi di questo nuovo modo di interpretare le relazioni, le comunicazioni e il lavoro, però, deve fare i conti con ampie parti della popolazione, che, essendo digital illiterate, rischia di subire il cambiamento senza mai farne parte.

        Un secondo punto di fondamentale importanza per il buon governo della transizione digitale è il giusto investimento e l’attenta pianificazione nella costruzione di infrastrutture a supporto. Queste infrastrutture, in particolare, devono svolgere due compiti di importanza fondamentale. Il primo è la rete di telecomunicazione, che, con l’avvento del 5G necessiterà di una revisione radicale nello schema di installazione di antenne sul territorio. La seconda è l’infrastruttura di calcolo e storage dei dati, che si basa su rete di dispositivi IoT per la generazione dei dati, di sistemi di calcolo e storage in cloud e, più di recente e con sempre maggiore frequenza, di attività di notarizzazione dei dati tramite infrastrutture miste appoggiate su blockchain che consentono di avere una certificazione del dato basata su fiducia e consenso distribuiti.

        In fase di pianificazione, il rinnovo delle infrastrutture, pur essendo logicamente separate, va affrontato in maniera integrata; spesso, infatti, le infrastrutture non possono essere aggiornate con la frequenza tipica dell’innovazione digitale. Diventa, dunque, fondamentale pianificare i sistemi di comunicazioni per sostenere carichi di computazione in cloud sempre crescenti e costruire i data management systems in cloud per sostenere grandi quantità di dati caricati ad una frequenza sempre crescente. Anche da un punto di vista funzionale le infrastrutture devono essere progettate in maniera integrata: all’interno delle smart cities, ad esempio, i sistemi di produzione e dispatching dell’energia, i sistemi di monitoraggio, i sistemi di comunicazione, devono convergere in un’unica soluzione smart capace di ottimizzare la qualità della vita dei cittadini minimizzando gli sprechi.

        Un’ultima tematica legata alle infrastrutture digitali è, appunto, la sostenibilità. La rivoluzione verde e la rivoluzione digitale sono rivoluzioni parallele che hanno dato prova di avanzare insieme e di pari passo. A titolo di esempio, si stima che in Italia il 40% dell’acqua trasportata nelle reti idriche venga persa e che la soluzione più concreta a questo problema sia l’installazione sistemi di monitoraggio digitali capaci di evidenziare puntualmente e prontamente queste perdite. Si calcola,  inoltre, che l’utilizzo di strumenti di digitalizzazione dei processi possa portare all’abbattimento dell’anidride carbonica emessa in atmosfera per circa il 10% a cui si somma la naturale diminuzione nella necessità degli spostamenti.