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Attività

Le città del futuro: rilanciare l’economia, governare la complessità

    • Venezia
    • 22 Maggio 2009

          L’interesse del seminario sulle città del futuro è stato quello di riunire intorno allo stesso tavolo studiosi dell’urbanismo, amministratori locali, imprenditori, esperti del traffico urbano e operatori sociali. Suddiviso in tre sessioni – sul governo della complessità, sulla competitività e infine sulla qualità della vita – il seminario ha offerto vari spunti di riflessioni e una serie di proposte concrete per ovviare i molti problemi che affliggono il governo delle città italiane.

          Partendo da lontano, da Aristotele e  Platone, dalla filosofia greca della polis  come spazio della vita politica e sociale di una comunità chiusa nello spazio ma che evolve nel tempo, il seminario ha affrontato vari temi storici dell’urbanismo come gli usi delle funzioni di pregio o l’evoluzione dei confini della città. Ma ha anche discusso  ipotesi nuove, come l’idea di superare la cultura dell’emergenza nei confronti degli immigrati, dei poveri, dei vecchi e degli emarginati, per coinvolgerli nello sviluppo e nella redditività, e farne invece il motore di una dinamica inedita, promotrice di una nuova etica della convivenza.

          I sindaci presenti, responsabili di città piccole, medie o grandi, come Oristano, Lecce, Varese, Genova hanno ricordato i cambiamenti legati all’elezione diretta dei sindaci, all’esaurirsi della spinta propulsiva data dai grandi eventi, che ha visto il comune diventare “il regista” di nuovi “piani e patti strategici” in cui coinvolgere  i privati.

          Durante il seminario sono state lanciate alcune proposte concrete per migliorare il governo della città: per esempio accorpare i comuni limitrofi per migliorare le infrastrutture comuni,  liberalizzare le licenze amministrative per le superfici commerciali superiori ai 1500 mq, sinora soggette a  piano regionale, riformulare la tassazione delle rendite fondiarie per adeguare gli oneri concessori e permettere così di finanziare i costi dell’urbanizzazione e delle infrastrutture pesanti, come succede in Spagna, a Londra e a Hong Kong.

          Complessivamente hanno tutti convenuto sull’idea di “rigenerare una discrezionalità responsabile nell’amministrazione dei centri urbani”.

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