Vai al contenuto
Attività

The grand energy transition: Eastern Mediterranean, North Africa and Europe

    • Roma
    • 29 Novembre 2017

          La regione del Mediterraneo orientale sta subendo una profonda trasformazione nel settore energetico  in seguito ai cambiamenti della domanda e dell’offerta e delle tecnologie disponibili.   L’intera area  MENA (Medio Oriente e Nord Africa)  sta diventando rapidamente un grande importatore di energia, proprio come gli Stati Uniti sono già diventati uno dei principali esportatori e in prospettiva sembrano destinati ad assumere un ruolo di swing producer (ovvero di  stabilizzatore del mercato) in grado di condizionare direttamente i prezzi mondiali dell’energia.

          Inevitabilmente, varie considerazioni geopolitiche entrano in gioco lungo il percorso verso un nuovo equilibrio. Il gas naturale ha un ruolo chiave nella transizione oggi in corso in molte delle economie mondiali verso un diverso mix energetico e potrebbe avere un ruolo a lungo termine anche quando le fonti rinnovabili saranno più ampiamente adottate. In effetti, quasi  tutti gli analisti e gli esperti prevedono una dipendenza a lungo termine dal gas e dal petrolio per l’economia mondiale, nonostante la crescente competitività delle fonti rinnovabili.

          In ogni caso, c’è una forte tendenza alla diversificazione, sia delle fonti sia dei fornitori (nel settore del gas, ad esempio, l’Europa sta diventando relativamente meno dipendente dalle forniture russe), il che aumenterà il livello di sicurezza energetica. I partenariati euromediterranei saranno una componente essenziale di questo processo, ma un sistema di regolazione più efficace e un quadro normativo affidabile restano cruciali, per le fonti rinnovabili ancor più che per quelle  fossili.

          L’innovazione tecnologica è un importante motore di cambiamento nell’intero settore. Portare energia più verde sul mercato, migliorando nel contempo l’accesso complessivo, richiede un’infrastruttura più intelligente (“smart”) e sistemi più flessbili di stoccaggio e distribuzione.

          L’area del “Wider Mediterranean” non dovrebbe essere vista, ovviamente, come una regione chiusa. Qualsiasi forma di autosufficienza sarebbe infatti illusoria, poiché grandi opportunità stanno emergendo su scala globale, in particolare attraverso legami più forti tra Asia, paesi del Golfo, Nord Africa ed Europa. La Cina sta aprendo la strada per collegare queste vaste regioni, ma resta ancora molto da fare per creare “hub” e infrastrutture adeguati.

          Nello stesso tempo, il livello subregionale resta molto importante per progetti specifici, che devono essere attentamente adattati per sfruttare al meglio i vantaggi comparati locali.

          Sul piano globale, la connettività sta esplodendo e sta causando un forte aumento della domanda di elettricità. Si sta inoltre imponendo ovunque, da qualche tempo, l’esigenza di   mantenere carichi i dispositivi mobili e assicurare

          servizi attivi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Ancora una volta, è la Cina che sta estendendo i confini tecnologici ed economici nella sfera della produzione e della distribuzione di energia elettrica, soprattutto grazie alle innovazioni nelle tecnologie delle batterie che avranno un forte  impatto in questo campo.

          Altre risorse e settori – come la disponibilità e il consumo di acqua, per esempio –   dovrebbero essere analizzati in stretta connessione con le rotte energetiche. Vanno prese inoltre in considerazione anche le infrastrutture non energetiche, come le rotte commerciali marittime e i porti o le dorsali delle reti di telecomunicazioni. In effetti, vaste reti commerciali richiedono una combinazione di tutte queste risorse.

          L’evoluzione del settore energetico non può essere pienamente compresa senza tener conto di dinamiche più ampie e in particolare del fenomeno transnazionale del cambiamento sociale attualmente in corso nella regione MENA. Spinti in gran parte dalla demografia e dalla diffusione delle  tecnologie di comunicazione, questi cambiamenti stanno creando una generazione interconnessa di giovani cittadini e ciò avrà inevitabilmente importanti conseguenze politiche.

          Nonostante i gravissimi problemi sociali e di sicurezza – in parte  specifici sul piano locale e in parte comuni a tutti i paesi della regione – vi è certamente spazio per l’ottimismo. A livello governativo, per  esempio, esistono crescenti potenzialità di sviluppo per accordi politici e  nuovi dispositivi per far fronte ai cambiamenti fondamentali sia nell’offerta che nella domanda energetica. E già si possono prevedere progressi molti campi: dai flussi di investimento all’esplorazione, dal marketing al capitale umano e allo sviluppo industriale. Spetterà ai nostri governanti il compito di creare un nuovo assetto per gestire questa grande transizione energetica, in modo da  massimizzarne i benefici potenziali più rilevanti e affrontare le molteplici sfide geopolitiche.

            Contenuti correlati