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La percezione pubblica della scienza: la pandemia, l’ambiente, i vaccini. Cosa è cambiato?

  • Settembre 2025
         
         

        disponibile su:

        Lingua: Italiano

        Publicazione: settembre 2025

        Autori: Patrizia Maierà, Antonio Calabrò, Andrea Bixio

        Questo secondo volume dedicato alla percezione pubblica della scienza parte dalle conclusioni del volume precedente, ossia non vi è un’unica percezione della scienza, né un unico pubblico.

        L’adesione alla scienza non è l’effetto automatico dell’alfabetizzazione scientifica o della elevata scolarizzazione e neanche dell’evidenza scientifica: le persone interpretano la scienza attraverso la lente delle proprie convinzioni, valori, visione del mondo, delle esperienze che hanno vissuto direttamente, o che sono state loro riferite. È ragionevole pensare che fra i diversi paesi e all’interno di ciascuno di essi esistano vari pubblici, altrettante percezioni della scienza e altrettanto varie espressioni di fiducia. La fiducia nella scienza è ciò che consente agli individui di accoglierla in quanto sistema di conoscenza, di accettarne le scoperte e di seguirne le raccomandazioni.

        Sulla base di queste riflessioni, la nuova indagine mette al centro tre temi, ossia se e come la pandemia ha inciso sulla percezione pubblica della scienza; come viene percepito il mutamento climatico; l’approccio ai vaccini, argomento complesso sotto molti punti di vista.

        In estrema sintesi, emerge che con la pandemia la fiducia negli scienziati, in linea di massima, ha tenuto.  Mentre è la fiducia nei governi e nelle istituzioni quella che è diminuita. Governi e istituzioni ritenuti non sempre capaci di gestire le complessità attuali. E fatto ancora più interessante è che la sfiducia complessiva (“esitanza vaccinale” e disinteresse verso le questioni ambientali) è socialmente trasversale, ossia condizionata quasi più dal credo politico che dal grado di alfabetizzazione o reddituale.

        Da qui derivano alcune domande: eventi drammatici possono cambiare i rapporti tra scienza e cittadini e tra scienza e decisori politici? Quale è il ruolo “sociale” della scienza? Si parla di interdisciplinarità tra scienze naturali e scienze morali: come sollecitare il pensiero critico in un’epoca di social media, fake news, negazionismo per formare un cittadino consapevole?

        Se quella riportata nella ricerca fosse l’eredità lasciata dalla pandemia, diventa interessante approfondire alcuni degli aspetti menzionati, allargando così la percezione della scienza come qualcosa che riesca a legare questioni in apparenza diverse in una logica di consapevolezza individuale, svolgendo così un ruolo essenziale nella società moderna.

        Le tante questioni sul tavolo sono di rilevanza sia etica che sociale; sono connesse tanto alla scienza e al progresso scientifico quanto al progresso della società, sostenuto dal progresso scientifico.

        Ecco perché la ricerca è accompagnata da due riflessioni: la prima sulla connessione tra saperi e mondo economico, in un’ottica di sviluppo del pensiero critico nell’individuo e i vantaggi per il mondo delle imprese e, quindi, della società; la seconda sulla prospettiva sociopolitica di questo argomento. Come emerso da alcune discussioni e ricerche di Aspen Institute Italia, un compito importante potrebbe essere svolto dalla promozione delle scienze morali e sociali come presidio di democrazia, magari attraverso un aggiornamento del sistema educativo, soprattutto in una logica di contrasto dell’impatto dei social media/fake news sulle persone.

        Collana: Aspen Italia Views

        Coordinatore Editoriale: Alessandra Iaccino

        Coordinatore Documentazione Aspen Institute Italia: Simonetta Savona

        Coordinatore Aspen Italia Views: Sara Zinanni

        Editore: Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani

        © Aspen Institute Italia e Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani