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Attività

Aspen Collective Mind. Occidente oggi: cosa rappresenta e quali sono i suoi valori?

    • Incontro in modalità digitale
    • 14 Ottobre 2020

          L’Occidente versa ormai da anni in una grave crisi politica e valoriale, lontano ormai da una posizione di leadership come fondamentale presidio a difesa delle libertà e argine insostituibile contro i totalitarismi. Tale funzione di defensor libertatis nel mondo ha certamente avuto lati oscuri, come il sostegno offerto ad alcune dittature solo perché anticomuniste, anche se Europa e Stati Uniti hanno in ogni caso a lungo sostenuto la visione di un ordine mondiale basato sui diritti e sulle libertà fondamentali. Oggi però questo ruolo sembra aver perso molto dell’antico splendore a causa di una crisi profonda che si manifesta su più piani: primo fra tutti il profilo economico laddove Europa e Stati Uniti sono passati rapidamente dall’essere mature economie industriali a trasformarsi in un modello di giovane società dell’informazione.

          Mentre nel secondo dopoguerra il capitalismo industriale seppe realizzare un compromesso sociale in grado di condurre a una distribuzione della ricchezza largamente ispirata ai principi del welfare State e della protezione sociale, il capitalismo finanziario globalizzato ha aggravato le diseguaglianze sociali ed economiche, ha causato una riduzione di reddito e ha alimentato l’incertezza per il futuro. Se negli anni Cinquanta e Sessanta i genitori potevano ambire a un’esistenza migliore per i propri figli, anche per via di una forte mobilità sociale, oggi quella stessa ambizione sembra utopia, essendosi quasi del tutto fermato l’ascensore sociale.

          Inoltre, dal lato del riconoscimento dei diritti, filosofi e politologi hanno osservato come la rivendicazione delle libertà fondamentali, per cui ci si è battuti in passato, ha subito in tempi recenti una torsione, a causa dell’esasperazione di richieste che rendono centrale l’individuo a scapito dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale. Si perde il senso di appartenenza a una comunità e si giunge a un’estrema frammentazione sociale, che aggrava i conflitti collettivi anziché risolverli.

          Infine, dal punto di vista della governance, l’Occidente vive da anni una crisi della democrazia, intesa come crisi della capacità decisionale, dovuta alle contrapposizioni sempre più radicali tra le forze politiche. Ciò deriva, in particolare, dalla messa in discussione dei corpi intermedi, come i sindacati e i partiti, nonché da una crisi di valori, esacerbata dalle nuove tecnologie, specialmente i social media, che allontanano le persone con l’illusione di avvicinarle.

          Fin dalle grandi rivoluzioni moderne, inglese, americana e francese, l’Occidente ha rappresentato la culla dei valori dell’illuminismo, espressi dalla triade libertà, eguaglianza e fraternità. Libertà intesa come protezione dal dispotismo e dal dogmatismo, nonché come libertà di pensiero, di impresa, di insegnamento e scientifica. Eguaglianza concepita in senso sia formale, come quella di tutti i cittadini di fronte alla legge, sia sostanziale, come lotta alle diseguaglianze, nella consapevolezza che vi è vera libertà solo se condivisa il più possibile. Fraternità, intesa come l’insieme dei doveri di solidarietà che fanno da collante tra la libertà e l’eguaglianza.

          Sono sostanzialmente due le conseguenze più probabili nel caso in cui l’Occidente non sappia reagire e riprendersi dalla sua crisi. La prima è che verrà messa in discussione la società aperta, caratterizzata dal primato della rule of law e della libertà individuale, dato che nessuna società extraeuropea sembra pronta a raccogliere il testimone dei valori occidentali. La seconda è che il disordine mondiale è destinato a crescere dal momento che l’Occidente, pur con tutti i suoi errori e i suoi problemi, ha realizzato un ordine globale basato sul rispetto reciproco tra le nazioni. Al contrario, le principali potenze extraeuropee, che vorrebbero imporre ordini alternativi, sono nella maggior parte dei casi società chiuse e il rischio è che il loro ordine si basi su un’eccessiva coercizione.

          In verità l’Occidente possiede gli strumenti più adeguati per affrontare la crisi. Occorre, innanzitutto, che i popoli occidentali e i loro rappresentanti tengano comportamenti coerenti con i valori universali di cui intendono farsi portatori. Non si possono adottare condotte che negano i principi di libertà, di eguaglianza e di solidarietà e pretendere poi di proporre ipocritamente il modello occidentale ad altre culture. Inoltre, è necessario che i governi occidentali difendano con maggiore determinazione i diritti umani nei consessi internazionali, non potendosi sempre subordinare la tutela del pluralismo, della difesa delle minoranze, delle libertà civile, di quella di espressione o di quella scientifica, solo e soltanto a convenienze economiche, commerciali e politiche.

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