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Attività

Una bella “impresa”!

    Riflessioni per una nuova narrativa del fare impresa
    • Milano
    • 8 Maggio 2017

          Raccontare la “bella impresa” in una prospettiva positiva per contrastare la diffusa visione “anti-industriale”, sostituendola con una nuova narrativa del fare impresa, in particolare del fare industria manifatturiera: questo lo spirito e l’obiettivo dell’incontro, che è stato occasione per parlare di industria, dell’economia del Paese, di giovani, di futuro.

          Se, nel tempo, si è persa la dimensione “epica” dei capitani d’impresa e dell’industria, fulcro e motore della ricostruzione nel secondo dopoguerra, il ruolo della manifattura per l’economia del Paese resta ancor oggi fondamentale, incidendo sul Pil per il 17% – valore che arriva al 29% in Lombardia, posizionando il territorio al livello della Germania. La vitalità del settore si manifesta anche nel dato della crescita nell’ultimo triennio, pari al 4,1%: più del doppio della media dell’economia italiana, che si è attestata all’1,6 percento. Nello stesso periodo, gli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto sono aumentati significativamente (+14,9%), anche grazie alle agevolazioni per l’acquisto di beni strumentali di alta tecnologia digitale (legge Sabatini), al superammortamento, al piano Industria 4.0.

          L’intraprendenza italiana resta un elemento determinante di competitività anche nell’epoca dell’evoluzione digitale: il paradigma tedesco di Industry 4.0 viene plasmato e rimodellato dalla creatività italiana per adattarsi a una realtà fatta di piccole imprese che operano in reti e catene di fornitura nazionali e internazionali.

          Analogamente, la capacità di mescolare competenze diverse, di attingere risorse tanto dalle conoscenze scientifiche quanto dai valori umanistici, rappresenta un tratto distintivo del capitale umano italiano qualificato. Per avere successo in un mondo 4.0, non basta conoscere le tecnologie, ma occorre avere obiettivi chiari e capacità di scegliere la tecnologia più adeguata tra quelle disponibili.

          Anche grazie al progresso tecnologico, la “bella impresa” può diventare “fabbrica bella”: valore estetico, valore funzionale, valore sostenibile. Parafrasando Carlo Maria Cipolla, è impensabile fare “cose belle che piacciono al mondo” in un posto non bello: e se la sfida competitiva del Paese si gioca sulla qualità, è essenziale costruire luoghi di lavoro consoni, in termini estetici e di sicurezza, aumentando al contempo la produttività.

          Questi e altri sono i dati fortemente incoraggianti sull’industria italiana, che non rientrano però nel racconto diffuso del Paese. Riscriverlo in una chiave più correttamente positiva implica un grande cambiamento culturale: per questo motivo si è scelto di instaurare un dialogo con i giovani, realizzando una serie di incontri tra i Soci Aspen e gli studenti di licei e istituti tecnici e professionali. Imprenditori e manager sono chiamati in causa e impegnati in prima persona per offrire ai giovani una visione più realistica e adeguata della forza positiva, dinamica e dirompente dell’impresa, e del suo ruolo nella società. Nella prima edizione del progetto sono stati realizzati 43 incontri in 14 regioni, con 28 Soci e oltre 4000 studenti; nella seconda edizione, 48 incontri in 13 regioni, con 28 Soci e circa 5000 studenti. Complessivamente, hanno dato il proprio contributo al progetto 43 esponenti del mondo produttivo.

          Tanti gli argomenti che ciascun “testimonial” affronta, personalizzando il messaggio in base alla propria esperienza professionale e privata: il ruolo dell’impresa per la creazione di ricchezza; la rilevanza del manifatturiero per l’economia italiana ed europea; le eccellenze italiane; l’importanza di acquisire una visione internazionale (conoscenza delle lingue, viaggi, cultura, stage all’estero); la sfida delle tecnologie e le opportunità che offrono in termini di nuove professionalità e nuovi mestieri; l’importanza di riconoscersi e condividere i valori dell’impresa in cui si lavora; l’imprenditorialità.

          In queste esperienze di dialogo, da ripetere ed estendere, molti Soci hanno constatato come proprio il racconto delle storie d’impresa, delle origini delle più note aziende italiane – dall’intuizione all’idea, dal progetto alla realizzazione e sviluppo – abbia grande impatto sui giovani.

          Analogo interesse si riscontra per gli archivi d’impresa, collezioni di carte polverose che raccontano storie di aziende e ricostruiscono le vicende di grandi figure di imprenditori, tecnici e manager che rivivono attraverso i documenti e nelle suggestive immagini: fotografie industriali – edifici, macchine, uomini, lavoro – ma anche immagini pubblicitarie, manifesti, bozzetti, racconti, testimonianze. È un mondo che restituisce cultura, valori, creatività, il senso di quello che ha rappresentato e continua a rappresentare per il Paese la manifattura: motore di trasformazione e crescita sociale, luogo di conflitto, ma anche – e soprattutto – di grande passione nel fare le cose e progettare il futuro.

          Una bella “impresa”! è anche un sito internet – www.unabellaimpresa.it – che raccoglie testimonianze, storie, materiali utili per valorizzare la tradizione manifatturiera italiana.

          • Una bella “impresa”, Milano 8 maggio 2017
          • Antonio Calabrò e Giulio Tremonti
          • Alberto Quadrio Curzio, Marco Fortis e Monica Maggioni
          • Cesare Romiti
          • Giorgio Bigatti e Aldo Fumagalli Romario
          • Marco Fortis e Matteo Marini