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Attività

Spain and Italy: present challenges and the European perspective

    Incontro-dibattito con Josep Piqué e Elisabetta Belloni
    • Roma
    • 18 Gennaio 2018

          Il primo incontro di Aspen Institute Italia del 2018 ha promosso un dibattito intergenerazionale sulle sfide europee, analizzate dalla prospettiva mediterranea di Spagna ed Italia. La tavola rotonda, cui hanno partecipato giovani di Aspen Institute Italia e di Aspen Institute España, si è svolta otto giorni dopo il Summit di Roma dei Paesi del Sud Europa. La dichiarazione finale del Summit esprime una sintesi delle numerose sfide aperte, che sono state anche oggetto di questo dibattito. Dalla mancata risposta condivisa alle pressioni migratorie cui sono esposti i paesi mediterranei sino alla difficoltà a realizzare quella prosperità diffusa che è alla base del progetto europeo.

          Spagna ed Italia, legate da grandi affinità storiche, culturali e geografiche, condividono le stesse grandi problematiche: sicurezza, migrazioni, incertezza economica (ridotta crescita e disoccupazione). Alla tradizionale cooperazione i due paesi sembrano recentemente associare   atteggiamenti fra loro più competitivi. D’altronde, osserviamo che le relazioni fra paesi europei sono sempre più ispirate da contrapposizioni nazionali, una deriva che allontana dall’antica coesione generata dalla politica dei blocchi della guerra fredda. Come recuperare una maggiore collaborazione e coesione? Ci si domanda se, ad esempio, si possa trovare una posizione unitaria italo-spagnola nei confronti dell’Unione Europea a sostegno dei ricollocamenti decisi dal Consiglio UE nel 2015 per aiutare l’Italia e la Grecia ad affrontare l’afflusso massiccio di migranti. L’aspetto dirimente non riguarda i rifugiati, ma i migranti economici (di cui una componente è illegale).

          A sessanta anni dalla firma dei Trattati di Roma, l’Europa a 27 non trova condivisione su quali soluzioni adottare per risolvere problemi fondamentali. Una risposta allo stallo è l’Europa a più velocità, un’avanguardia di paesi che possano concordare di procedere nel dare risposte, “senza aspettare che tutti attorno al tavolo siano d’accordo” come affermato da Macron nel recente incontro di Davos. Di quell’avanguardia dovrebbero essere parte, in particolare, Italia, Spagna, Germania e Francia. Ci si domanda, tuttavia, se questa Europa a geometria variabile non sia piuttosto un asse franco-tedesco, potenziale di ulteriori derive, piuttosto che una piattaforma per riprendere quota senza esclusioni.

          In un mondo che alcuni definiscono post-occidentale, il cui il baricentro si sposta rapidamente verso il Pacifico, ogni singolo paese europeo (inclusi Spagna ed Italia) è relativamente “piccolo” come dimensione economica, geografica, demografica. Rimane, invece, sottovalutato il peso della cultura e dell’istruzione nella valorizzazione delle potenzialità dei singoli paesi nel confrinto internazionale. Pertanto, una strada da perseguire è condividere le migliori risorse intellettuali e competenze di Italia e Spagna nel settore privato. Ciò significa creare collaborazioni fra le imprese italiane e spagnole nel mondo. Ispirarsi ai grandi successi dei consorzi europei, come Airbus, sostenere un mercato europeo dell’energia, con obiettivi di indipendenza energetica, economicità e sostenibilità ambientale. Significa anche valorizzare e potenziare la collaborazione e gli scambi, di cui Spagna e Italia potrebbero essere i naturali promotori e protagonisti, fra Europa ed America Latina.

          Altre aree di collaborazione fra Spagna ed Italia che sono state oggetto di dibattito sono l’istruzione, la sanità e la sicurezza (PeSCo) per la realizzazione di un’Unione europea della difesa, maggiore integrazione delle forze armate e la costituzione di nuclei di intervento rapidi. Quest’ultimo progetto potrebbe avere positive ricadute sulla percezione da parte dei cittadini del recupero di valori fondanti dell’Europa: sicurezza, difesa dei confini e una più efficace collaborazione in ambito NATO. Sullo sfondo del tema della sicurezza e della tutela dei processi democratici si sottolinea il rischio dei cyber attacks e la necessità di un maggiore scambio informativo, la standardizzazione europea di prodotti e delle procedure a contrasto di questa minaccia.

          La Catalogna rimane un caso di importante riflessione: quella spagnola è una crisi anche europea e non solo nazionale. Su cui si misura la capacità di leadership nel trovare un equilibrio fra il rispetto delle leggi costituzionali, una loro evoluzione e la divisione di una società in cui i cittadini, numericamente, sono divisi in due.

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