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Attività

Precision medicine and healthcare: can it ever be sustainable?

    • Venezia
    • 12 Ottobre 2018

          Le grandi innovazioni hanno origine da fenomeni di convergenza tra discipline, tecnologie, sistemi produttivi o stili di vita. Le Scienze della Vita vivono uno di questi momenti: le sinergie tra i progressi della scienza e della tecnologia generano da un lato maggiori conoscenze sulle caratteristiche genetiche degli individui dall’altro capacità di elaborare un’enorme massa di dati per migliorare le diagnosi, prevenire le malattie, trovare terapie più efficaci.

          Viviamo così una fase entusiasmante di innovazione e le imprese del farmaco sono impegnate a sviluppare 15 mila medicinali in tutto il mondo, con un’accelerazione che non ha eguali nella storia. I progressi della Ricerca consentono di rispondere a sempre più bisogni di salute e questa innovazione dei prodotti richiede grandi cambiamenti nei processi del welfare.

          Il cambiamento più importante è l’innovazione che cambia la vita dei malati. Solo per fare alcuni esempi oggi 2 persone su 3 alle quali viene diagnosticato un cancro sopravvivono dopo 5 anni, 30 anni fa non arrivavano a 1 su 3; l’HIV è diventata una patologia cronica e un ventenne al quale è diagnosticato ha un’aspettativa di vita di 70 anni; l’epatite C è guaribile; la mortalità per malattie cardiovascolari è scesa del 30% in 10 anni.

          Spesso i dibattiti sull’innovazione sono focalizzati sul suo costo. Ma questo è molto limitante. Dell’innovazione dobbiamo essere tutti orgogliosi, con l’obiettivo prioritario di garantirne l’accesso a tutti più rapidamente possibile.

          Grazie all’analisi del genoma umano è possibile definire terapie più mirate ed efficaci e con meno effetti collaterali. Le terapie personalizzate rappresentano più del 20% dei farmaci autorizzati e il 42% di quelli in sviluppo, addirittura il 73% in oncologia. In questo senso la medicina di precisione sarà in grado di generare un’innovazione ancora più disruptive, migliorando le cure per una società che sta a sua volta cambiando (per invecchiamento, cronicità, trend demografici) e richiede pertanto nuovi approcci e metodologie.

          Su queste basi dobbiamo renderci conto della necessità di una transizione dal concetto di “precision medicine” a quello di “precision health”, ovvero un nuovo paradigma basato sulla continuità tra diagnosi e cura, tra previsione e prevenzione. Con questi trend i farmaci non sono più “solo” un prodotto ma parte di un processo assistenziale, combinati ad esempio con device, diagnostica, med tech, assistenza sanitaria.

          Nelle Scienze della Vita nuovi prodotti e nuovi processi richiedono nuovi modelli regolatori. Infatti grandi processi innovativi stanno interessando molti settori, ma c’è una caratteristica peculiare delle Scienze della Vita: l’importanza e la pervasività della regolamentazione, che è fondamentale per favorire la creazione, l’accesso e la gestione dell’innovazione.

          Se la salute diventa di precisione, deve diventare di precisione anche l’organizzazione dei sistemi sanitari, in tutte le sue articolazioni. Deve quindi evolversi anche l’architettura complessiva del sistema e in particolare gli approcci regolatori devono adottare una visione olistica e basata sugli outcomes. Che non considera cioè la spesa delle singole prestazioni ma il valore totale del percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale, considerando anche i costi che terapie appropriate evitano nelle altre voci di spesa sanitaria o socio-assistenziale.

          È un’evoluzione necessaria da molti punti di vista: mette il paziente al centro; può davvero portare alla sostenibilità, che si riferisce al totale della spesa e non alle sue singole componenti; consente di essere flessibili per investire le risorse dove servono in base all’innovazione tecnologica e sociale.

          Oggi grazie alle tecnologie è possibile misurare su larga scala i costi e risultati delle terapie, un obiettivo fondamentale per riorganizzare il SSN. Si pensi ai risparmi che si possono essere grazie alle vaccinazioni; oppure alle possibilità di trattare le cronicità evitando le complicanze o la degenerazione delle malattie e ritardando la necessità di assistenza; oppure alla capacità dei farmaci di evitare le ospedalizzazioni, determinando costi inferiori e aiutando i malati a gestire meglio i propri stati patologici; o infine all’utilizzo di test genetici per verificare l’efficacia dei trattamenti sui singoli pazienti.

          In definitiva, la medicina di precisione e la trasformazione digitale nelle Scienze della Vita comportano forti innovazioni di prodotto e richiedono grandi innovazioni nei processi, guidate dalla capacità di integrare scienza, tecnologia, competenze e contesto sociale.

          Per coniugare personalizzazione delle cure e universalismo, il focus deve spostarsi da controllo dei costi a cura della persona, accesso alle terapie ed efficienza di tutto il processo di cura. Le spese per la salute sono infatti un investimento, sia dal punto di vista sociale, sia per la possibilità di evitare costi, sia per gli effetti sulla crescita – in termini di investimenti, occupazione e produttività – e quindi sulla capacità di generare risorse, senza le quali la partita per la sostenibilità del welfare è persa in partenza.

          Un obiettivo che richiede visione, nuove competenze, multidisciplinarità e confronto tra Ricerca, Industria e Regolatori per trovare soluzioni innovative e adatte al nuovo contesto: perché le sfide di un mondo che cambia molto velocemente devono necessariamente essere affrontate con un approccio nuovo.

          Nella consapevolezza che i sistemi sanitari hanno meccanismi molto complessi che si riflettono sulla vita delle persone, nel momento in cui hanno più bisogno. Quindi è necessario saper comunicare le innovazioni in modo comprensibile, per condividere con tutti gli stakeholder la necessità del cambiamento e le grandi opportunità che esso offre.

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