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Attività

L’automobile del futuro: Made in Italy, tecnologia, competizione

    Incontro con Andrea Pontremoli, Amministratore Delegato, Dallara Automobili
    • Varano de' Melegari (PR)
    • 2 Luglio 2019

          L’industria dell’automobile è all’incrocio di nuove grandi ondate innovative: la digitalizzazione del prodotto e dei processi, la scienza dei materiali, le soluzioni per una mobilità sostenibile. Due grandi categorie caratterizzano l’evoluzione dell’automotive: la produzione di “auto per la mobilità” e la produzione di “auto per il divertimento”. Mobilità e divertimento sono, infatti, due linee che negli anni stanno sempre più divergendo e con  specificità spesso antitetiche.

          Un grande tema della mobilità riguarda l’alimentazione degli autoveicoli: l’auto elettrica si sta  affermando e, in alcuni paesi come la Danimarca, ha conquistato una rilevante quota di mercato. Si avanzano, tuttavia, delle riserve sulla sostenibilità, a livello di consumi complessivi di sistema, del modello elettrico rispetto al tradizionale motore a combustibili fossili.

          L’altra importante evoluzione riguarda la gestione dei vettori per la mobilità. Il concetto di proprietà delle macchine utilitarie sta entrando in crisi e si comincia a preferire, invece, un tipo di economia legata alla condivisione. Il numero di automobili in circolazione, dunque, diminuisce mentre aumenta l’utilizzo della singola auto. Questo comporta il ridimensionamento della componentistica e un ruolo di crescente importanza dell’aspetto manutentivo. Infine, l’utilizzazione dei vettori per la mobilità si apre a prospettive rivoluzionarie: si avvicina il momento in cui le automobili ci porteranno a destinazione senza intervento del guidatore.

          Meno dinamico è il settore delle auto per il divertimento, dove l’esperienza di guida, la velocità, la bellezza della vettura ricoprono un ruolo più importante rispetto all’efficienza energetica e a tematiche green.

          L’Italia mantiene ancora un posizionamento competitivo in diversi ambiti del mercato automobilistico, caratterizzato da una rapida evoluzione. Le risposte di un’impresa all’esigenza di non farsi “inghiottire” dai concorrenti è mantenere una leadership innovativa, anche di nicchia, nel processo o nella produzione. La prima risposta all’esigenza di innovazione è di consorziarsi e far valere la forza del territorio. Peraltro, le innovazioni sono prevalentemente nate nella periferia. Le singole aziende devono continuare a essere competitive nel mercato, ma sulle competenze devono essere cooperative. Il distretto automobilistico meglio noto come Motor Valley ospita in Emilia dieci eccellenze italiane operanti nell’automotive (Ferrari, Lamborghini, Maserati, Ducati, Toro Rosso, Dallara, Pagani, Magneti Marelli, HPE COXA, HaasF1Team). La fondazione MUNER, insieme a quattro università locali, ha promosso sei percorsi di studi universitari magistrali che riuniscono le competenze necessarie per costruire un’automobile. Un aspetto fondamentale dell’innovazione è, infatti, estrarre valore dall’interdisciplinarietà, dall’incontro fra saperi e linguaggi diversi. La sfida è capirsi, far lavorare insieme competenze diverse: evolversi dalla conoscenza specialistica (capire) alla condivisione (comprendere).

          La seconda risposta all’esigenza di innovazione è di essere un unicum, almeno in una nicchia. Per essere innovativi bisogna essere nelle condizioni di affermare di essere unici, riconoscibili, i migliori, in una certa attività. Si è innovativi se si può affermare, per quel processo o prodotto: “solo io”, non “anche io”.

          La terza risposta all’esigenza di innovazione è quella di poter sbagliare a basso costo. Cultura dell’innovazione è cultura del tentativo, della sperimentazione, dunque del trial and error. Non è questione di tecnologia, che rimane una risorsa, ma di persone e di attitudine a confrontarsi con il cambiamento. Solo chi sbaglia può essere innovativo. Un esempio di leadership innovativa nel settore delle autovetture da competizione riguarda l’efficienza e il  risparmio derivanti dall’applicazione di modelli di  simulazione al supercomputer: crash tests di verifica dei materiali (la fibra di carbonio), computational fuidodynamics, vehicle dynamics attraverso simulatore di guida: un pilota “guida” in un simulatore una macchina mai progettata o costruita, ma che è solo un modello matematico.

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