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Attività

La politica nel XXI secolo

    • Roma
    • 11 Novembre 2016

          Eccezionali eventi politici come la Brexit e la vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane hanno sino ad ora caratterizzato il 2016. Il prossimo anno promette di essere altrettanto straordinario, con elezioni in programma in grandi paesi europei come Francia e Germania. In questo contesto, la quindicesima Conferenza Annuale degli Aspen Junior Fellows si è concentrata sul grande cambiamento che caratterizza la politica del XXI secolo, tra efficacia e vincoli del processo democratico, tra populismo e tecnocrazia, tra nuove forme di comunicazione e partecipazione, sostenute dall’innovazione tecnologica digitale.

          La prima sessione della conferenza si è concentrata sul futuro della politica. Lontano dagli schemi dei partiti, il dibattito ha evidenziato la necessità di estendere le tradizionali categorie del confronto politico oltre l’asse sinistra-destra. Ci si è, quindi, concentrati sulle nuove dicotomie tra insider e outsider, tra forze di governo e movimenti antisistema, sul superamento dell’organizzazione partitica tradizionale. Il terreno del confronto ideologico si è spostato al difficile equilibrio fra  questioni identitarie e nazionali, da un lato, nel rapporto con lo spirito solidaristico e con i vincoli di  appartenenza a organizzazioni sovranazionali (come l’Unione Europea), dall’altro.

          La seconda sessione della conferenza si è focalizzata sulla ridefinizione dei processi di governance internazionale. La riflessione si è prima concentrata sulle esperienze di altri paesi europei, come la nascita di nuovi partiti e movimenti in Spagna e le nuove tendenze sperimentate dalla Germania nelle recenti elezioni locali. Ci si è, quindi, concentrati sulle dinamiche europee, sul ruolo assunto dalla leadership tedesca e sulle motivazioni ed effetti della Brexit inglese. In questo contesto, il risultato clamoroso delle recentissime elezioni presidenziali americane è stato tema di riflessione sugli impatti e opportunità che si aprono per l’Italia e l’Europa. È emersa la difficoltà di conciliare processi democratici, ancora fondamentalmente nazionali, con la necessità di efficaci politiche pubbliche su scala internazionale e globale.

          Infine è stato esplorato il rapporto tra politica e religione, che storicamente ha contribuito a orientare l’elaborazione del consenso. Appare prematuro parlare di una laicizzazione della vita politica. In Europa e altrove, le questioni valoriali – identitarie (incluse le tradizioni religiose) o solidaristiche (si pensi al tema delle migrazioni) – stanno facendo prepotentemente ritorno sulla scena. Il richiamo alla religione a fini politici testimonia l’attualità della tematica in tutto il mondo e l’importanza del “fattore teologico” nell’agenda mondiale, del rapporto tra credere e appartenere, tra laicismo e fede,  tra pluralismo e  valori non negoziabili.

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