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Attività

La cultura della salute e le sfide dell’impresa italiana con respiro internazionale

    Incontro con Elena Zambon
    • Bresso (MI)
    • 15 Aprile 2015

          L’Italia e la cultura della salute: una sfida le cui frontiere si spostano molto rapidamente.  Dal 1951 l’aspettativa di vita è infatti aumentata di 3 mesi l’anno. Questo progresso, insieme alla riduzione del tasso di natalità, determina una prospettiva di rapido invecchiamento della popolazione italiana, con riflessi sociali di grande rilevanza nel prossimo futuro. Cultura della salute significa anche proiettarsi su un modello di vita che ha nel progresso scientifico e nell’innovazione tecnologica una risorsa fondamentale. Si pensi ai vantaggi, ancora inapplicati, delle economie di rete e dell’innovazione digitale in campo terapeutico e di cura della persona. Vi sono grandi opportunità da cogliere per la ricerca scientifica per trovare soluzioni alle patologie più diffuse ed a quelle in crescita. Lo scenario di riferimento per educare alla salute, prevenire e curare con la globalizzazione si è aperto sia a nuovi mercati che a diversi saperi e approcci, antichi o innovativi.

          La cultura della salute è la sintesi del patrimonio scientifico, produttivo, sociale, tradizionale storicamente accumulato da un paese. Limitandosi all’aspetto scientifico-economico, il fatturato dell’industria farmaceutica italiana è in Europa secondo dopo la Germania. Questo settore è il primo in Italia per intensità di Ricerca e Sviluppo (attirando più della metà degli investimenti realizzati dalle imprese), per produttività e competitività. Le esportazioni del settore sono aumentate del 64% nel 2008-2013 a fronte del 7% degli altri settori manifatturieri. La Lombardia, dove si è tenuto questo incontro, è il “cuore” del settore farmaceutico, con circa metà  della produzione, addetti e ricerca italiani. Si tratta di un territorio che rappresenta un modello di integrazione della ricerca pubblica e privata. Il dibattito è stato pertanto anche occasione per valutare gli ostacoli ad un efficace trasferimento tecnologico fra le varie componenti del sistema dell’innovazione italiano: formazione-ricerca-industrializzazione-mercato. Altro aspetto fondamentale è il confronto internazionale in un mercato globale con concorrenti di dimensioni molto superiori a quelle delle imprese italiane. Per questo motivo occorre valorizzare tutti i driver di sviluppo di questa industria nel rapporto sia con le aree di ricerca economicamente più promettenti che con la domanda della popolazione. La raccolta di capitale di rischio, anche attraverso nuovi metodi e intermediari finanziari, è un’altra risorsa strategica per sostenere una ricerca di farmaci, spesso incerta nei tempi e negli esiti.   

          L’incontro è stato declinato attraverso l’esperienza di una grande azienda familiare italiana di dimensioni internazionali: 108 anni di successi e alla terza generazione di imprenditori. Il valore di un percorso non è solo nei successi già raggiunti, ma nella sua prospettiva e nella sua originalità rispetto a quelli dei concorrenti. Ad esempio, attraverso un codice etico che valorizzi quelle dinamiche che impegnano i managers ad assumere i rischi e una vision imprenditoriale per realizzare un’impresa aperta al mondo e alle nuove idee. Perché “la tradizione non è custodia delle ceneri, ma culto del fuoco” (Gustav Mahler).

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