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Attività

Italy and the US: a renewed security partnership

    • Roma
    • 19 Aprile 2017

          La partnership tra Italia e Stati Uniti – che poggia sua una lunga storia di legami culturali prima ancora che politici – è stata analizzata nel contesto degli equilibri internazionali, oggi in rapida evoluzione e con forti elementi di instabilità. È dal fronte Sud, cioè dall’intero bacino mediterraneo, che provengono i rischi di sicurezza più diretti, rispetto ai quali la cooperazione bilaterale è importante per entrambi i Paesi. Alcune minacce sono tuttavia per loro natura globali (come quelle relative alla cybersecurity, sia per gli attori privati che per i governi) oppure, sebbene abbiano un epicentro regionale, diffuse (come il terrorismo jihadista).

          Guardando in generale ai rischi e alle minacce, le sfide più tradizionali non sono rimpiazzate dalle nuove, ma si crea piuttosto un mix dinamico che richiede approcci flessibili. ISIS è un caso sintomatico: si tratta di un fenomeno di terrorismo jihadista (con elementi ideologici piuttosto tradizionali) che però ambisce a crearsi uno pseudo-stato (o più di uno) e che fa pieno uso di alcune tecnologie innovative per sfruttare connessioni personali anche a lunga distanza. Un aspetto di grande rilevanza è l’identificazione e il contrasto dei canali di finanziamento dei gruppi terroristici.

          La collocazione geopolitica dell’Italia è, in ogni caso, un dato da cui partire per valutare il contributo che il Paese può dare – e sta dando – al perseguimento di interessi comuni: da questo dato deriva, infatti, un ruolo specifico riguardo ai flussi migratori e alla sicurezza marittima, con particolare riferimento alla Libia. Anche la situazione dell’Egitto – solo in apparenza stabile – è stata oggetto di una discussione su possibili obiettivi condivisi.

          Il recente intervento militare mirato degli Stati Uniti in Siria, a seguito di un atto criminale come l’uso di armi chimiche contro la popolazione civile, può costituire un’opportunità per spostare gli equilibri sul terreno, a fronte dei grandi ostacoli sulla via di una soluzione negoziale alla gravissima crisi siriana. Le difficoltà restano enormi, ma una maggiore presenza americana sia sul piano diplomatico che (in modo certamente selettivo) militare è auspicabile.

          Gli sviluppi politici in Turchia sono un’altra preoccupazione condivisa, ancor più a seguito dei risultati del referendum costituzionale del 16 aprile che lasciano il Paese in una condizione di incertezza, con possibili riflessi sui suoi rapporti internazionali.

          In un contesto così volatile, le capacità operative della NATO (che pure necessita di alcune riforme interne) sono particolarmente preziose, e il possibile consolidamento della capacità autonome europee deve essere concepito in modo compatibile al ruolo dell’Alleanza. Quanto agli impegni sulle spese per la difesa, l’Italia è favorevole a perseguire gli obiettivi fissati in modo consensuale, in un percorso graduale di aumento dello sforzo che peraltro è già stato avviato.

          Vi sono anche sfide più ampie ai valori fondanti dell’ordine internazionale – come strutturato dai Paesi occidentali nel secondo dopoguerra – e alcuni partecipanti hanno sottolineato che la visione aperta dei liberi mercati e delle frontiere può essere preservata soltanto ribadendo il principio della sovranità nazionale. Ristabilire un pieno controllo dei confini è decisivo anche per consolidare il rapporto di fiducia dei cittadini verso le autorità e la leadership politica.

          Un tipo di minaccia in parte nuovo deriva da varie forme di “information war” che sono più pervasive grazie alla diffusione di alcune tecnologie delle comunicazioni e alla vulnerabilità di alcune infrastrutture critiche come le reti elettriche. Si richiede in tal senso uno stretto coordinamento tra autorità governative e private, come anche una costante condivisione di dati di intelligence tra Paesi alleati. La consapevolezza dei problemi di cybersecurity sta crescendo più lentamente dei relativi rischi, e si deve arrivare quanto prima alla definizione di strumenti e procedure anche per la gestione e prevenzione dei conflitti nel cyberspazio (comprese le forme di deterrenza e repressione più adeguate). Naturalmente, un obiettivo di fondo è preservare la libera circolazione delle idee e delle informazioni come insostituibile risorsa economica e culturale.

          La gestione dell’interdipendenza energetica (in particolare nel Mediterraneo) è un ulteriore dossier sul quale lavorare sia a livello bilaterale che in chiave multilaterale.

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