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Attività

Il nucleare in Italia: una soluzione per la sicurezza energetica nell’interesse nazionale?

    • Roma
    • 4 Dicembre 2008

          Il sistema energetico italiano, caratterizzato da un mix produttivo sbilanciato sulle fonti più costose, olio e gas, e da una pressoché totale dipendenza dalle importazioni, è inadeguato a sostenere lo sviluppo del Paese. In confronto ai vicini europei l’Italia sconta anni di ritardi nello sviluppo di infrastrutture e oggi si trova non solo a pagare una bolletta energetica molto più elevata, con grave danno alla competitività delle nostre imprese, ma anche in una condizione di forte vulnerabilità causata dalla instabilità dei mercati energetici internazionali.

          Per uscire da questa situazione, e dare nuovo impulso alla competitività del sistema Italia, è necessario costruire una strategia energetica di ampio respiro. Seguendo l’esempio di altri Paesi, il nucleare, insieme alle rinnovabili e all’efficienza energetica, non può non fare parte di questa strategia.

          Il nucleare costituisce, inoltre, una delle risposte alla sfida rappresentata dai cambiamenti  climatici  ed è attualmente, a livello europeo, la più importante fonte di produzione di energia elettrica con bassissime emissioni di gas serra.

          Tuttavia, specialmente in un periodo di incertezza come quello che stiamo vivendo, il nucleare presenta delle sfide importanti. La difficoltà a controllare importanti variabili esogene, come il costo dei finanziamenti o i  prezzi del petrolio e delle altre materie prime, la cui volatilità sembra essere diventata un fatto strutturale piuttosto che contingente, rendono arduo per un privato compiere una scelta di investimento così impegnativa e di lungo periodo in assenza di un quadro normativo certo e stabile.

          Inoltre, è un dato di fatto che la grande fase di sviluppo del nucleare degli anni ’70 e ’80 si è avuta principalmente per la volontà di alcuni Stati. Se è vero che nell’attuale mercato energetico europeo,  esperienze analoghe a quella francese non sembrano essere ripetibili, è altrettanto vero che  il nucleare deve essere una scelta di sistema nella quale le istituzioni devono dare agli investitori la possibilità di operare in presenza di strumenti di mitigazione del rischio, che tengano conto delle specificità del nucleare.

          Sembra interessante a questo riguardo la proposta di prevedere una fascia di garanzia, applicabile alla generazione nucleare analogamente a quanto implementato per le rinnovabili, tale da offrire una stabilità di riferimento economico finanziario agli ingenti investimenti necessari, garantendo, allo stesso tempo, gli investitori ed i consumatori dalla volatilità delle quotazioni dei combustibili fossili.

          Analogamente agli incentivi per le rinnovabili, l’onere sostenuto dalla collettività si giustificherebbe in termini strategici. Lo sviluppo di una filiera nucleare significa da un lato diversificare gli approvvigionamenti energetici e ridurre la dipendenza dagli idrocarburi, dall’altro agganciare il Paese a un treno di sviluppo tecnologico ed industriale prezioso per lo sviluppo e la crescita economica.

          Destano tuttavia preoccupazione altre questioni che sembrano tuttora aperte. Deposito finale delle scorie ad alta attività, rischi legati alla proliferazione, non sembrano infatti aver ancora trovato una soluzione definitiva.

          Un aspetto quanto mai importante è la gestione del consenso attraverso adeguati canali di comunicazione. Anche se oggi i cittadini sembrano più consapevoli dei benefici del nucleare, è necessario mettere in atto un adeguato piano di informazione e di  sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

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