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Attività

Il nucleare in Italia

    • Milano
    • 13 Dicembre 2010

          Il ritorno dell’energia dell’atomo è un tema d’attualità e di dibattito in molti paesi del mondo, così come lo è in Italia. I dati ufficiali confermano questo fermento: 65 nuove centrali sono in costruzione in 16 diversi paesi. Secondo alcuni la scelta del nucleare per l’Italia è una scelta giustificata da molteplici fattori tecnici, economici e geopolitici; altri si spingono oltre definendola una scelta quasi “inevitabile”.

          Quali sono quindi i presupposti affinché in Italia si possa tornare a costruire nuovi impianti nucleari per la produzione di energia elettrica? Le condizioni sono molteplici, tutte interconnesse ed è difficile poter individuare un ordine di priorità. È peraltro condivisa l’idea che il nucleare non debba essere l’obiettivo da perseguire, ma un mezzo per raggiungere una politica energetica equilibrata.

          Alla base della politica energetica sono le condizioni economiche dei progetti, la sicurezza d’approvvigionamento delle fonti e l’impatto ambientale. Il nuovo Piano Energetico Nazionale dovrà definire chiaramente gli obiettivi e le strategie energetiche che il governo attuale e quelli futuri si impegneranno a perseguire; il mix energetico che verrà identificato per la garanzia della sostenibilità ambientale dovrà, in maniera “inevitabile”, tenere conto della maturità e dei costi delle tecnologie esistenti, quindi meno petrolio e aumento di rinnovabili e nucleare.

          Il ruolo delle Istituzioni, non solo nazionali, ma anche locali (Regioni, Province, Comuni) ha quindi una parte importante nelle dare le garanzie necessarie per quanto riguarda l’iter autorizzativo, le tempistiche, le condizioni tecniche, i criteri di ripartizione dei benefici derivanti dalla localizzazione geografica degli impianti.

          Il conseguimento di un largo consenso a favore del nucleare è senza dubbio un fattore fondamentale: c’è bisogno di chiarezza, semplicità e concretezza nel messaggio. È necessario  poter spiegare i benefici del nucleare nel soddisfare i criteri di economicità, sicurezza delle fonti e assenza di emissioni di CO2 nell’ambiente; si deve mostrare la sicurezza della tecnologia, che ha ormai raggiunto standard di qualità e affidabilità altissimi.

          Servirà altresì spiegare come i processi di smaltimento delle scorie offrono soluzioni di riciclaggio come nei rifiuti convenzionali, opzioni queste che permettono alti fattori di riduzione del volume finale e diminuzione dei rischi sull’uomo e sull’ambiente. Qualsiasi campagna d’informazione troverà grande sostegno se si potranno, inoltre, presentare risultati concreti sulla messa in sicurezza delle attività nucleari ereditate dal passato, mostrando che il nucleare si alimenta di concretezza e fatti.

          Un ulteriore spunto di analisi riguarda la necessità, per il nucleare, di sapersi proiettare verso l’esterno. La globalità del fenomeno richiede, ora più che mai, una concertazione internazionale; a livello europeo una delle barriere più forti all’integrazione è stata la mancanza di connessioni libere che sono essenziali perché la rete europea dell’energia diventi realtà. L’Italia potrebbe avere, in questo ambito, un ruolo di esempio e guida.

          Infine, ma non per questo meno importante, i metodi di finanziamento del nucleare richiederanno soluzioni innovative che permettano di responsabilizzare, attraverso meccanismi  win-win, produttori, grandi e piccoli consumatori e comunità locali.

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