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Attività

Digital transformation e valore: verso una nuova economia?

    • Venezia
    • 12 Ottobre 2018

          La trasformazione digitale è il volano di una nuova economia in costante sviluppo. Ai miliardi di smartphone che mettono in comunicazione la popolazione mondiale si stanno aggiungendo miliardi di sensori che rimarranno connessi tutto il giorno, tutti i giorni senza alcuna pausa. Si tratta della produzione di un’immensa mole di dati che ha bisogno di infrastrutture e di competenze di analisi adeguate.

          In un tale scenario l’Italia presenta diverse inadeguatezze, economiche, infrastrutturali, ma anche culturali: accanto all’analfabetismo digitale – che ha livelli molto maggiori rispetto ad altri Paesi europei – ci sono le difficolta del sistema industriale, composto in prevalenza da piccole e medie imprese, in ritardo per competenze e cultura rispetto alla trasformazione in atto.

          La digital trasformation, del resto è un paradigma che sta cambiando in profondità il sistema economico costruito nel Novecento, rivoluzionando la produzione, la distribuzione e il concetto stesso di valore. Basta pensare al successo delle imprese-piattaforma che porta a superare il concetto di produttori e consumatori per arrivare a una co-creazione che genera valore.

          Anche per questo fra gli utilizzatori di tecnologia prevale una sensazione ambivalente. I notevoli vantaggi quotidiani delle trasformazioni in atto hanno come contraltare un sentimento di ansia, collegato alla mancanza di controllo nei confronti delle nuove tecnologie: sia a causa della velocità dei cambiamenti che è esponenziale; sia perché passaggi chiave della vita quotidiana – ad iniziare dallo stoccaggio dei dati – avvengono in luoghi molto distanti o addirittura sui cloud.

          Alle preoccupazioni generate dalle dinamiche della tecnologia esistono due tipi di risposte: la prima mette al centro le regole, insistendo sulla necessità di gestire la trasformazione. Elemento chiave a questo riguardo è permettere che gli operatori tradizionali della produzione e distribuzione fisica possano competere in maniera equa con un business digitale che, grazie alla smaterializzazione, sceglie i regimi fiscali più vantaggiosi al mondo.

          La seconda risposta passa dal rimettere al centro le persone. Certamente è necessario capire quali nuove competenze servano per far fronte alla trasformazione digitale, non solo nel mondo del lavoro, ma anche nella vita quotidiana.  Eppure questo, pur inevitabile, cambio di mentalità non deve prescindere dalla considerazione che la tecnologia – per quando disruptive – non è un fine: fa parte del mondo degli strumenti e come tale deve essere trattata.

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