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Attività

Conferenza Annuale Aspen Junior Fellows – Riconciliare Ambiente e Sviluppo

    • Roma
    • 8 Novembre 2019

          La consapevolezza delle scelte da compiere per riconciliare ambiente e sviluppo e l’importanza del fattore tempo sono state al centro del dibattito che ha animato la Conferenza annuale Aspen Junior Fellows del 2019. La percezione del cambiamento del clima cresce e si diffonde. Quest’anno ha visto l’emergere del “fenomeno Greta” e le manifestazioni di giovani in tutto il mondo per chiedere iniziative tempestive. Si pongono questioni di etica individuale e collettiva e si acuiscono le frizioni nel rapporto tra le generazioni. Permangono alcuni dubbi sulle conclusioni di alcune diagnosi scientifiche e sulle relative risposte.

          L’impulso verso uno sviluppo sostenibile richiede un’economia circolare che sia carbon-neutral e attenzione alla qualità del benessere e alla sua distribuzione. Più che di un’epoca di cambiamenti, si potrebbe parlare di un cambiamento d’epoca, caratterizzata dalla complessità, con processi non lineari, e dall’accelerazione degli eventi. Quest’ultima riduce la memoria collettiva a periodi sempre più angusti, che in politica spingono a sfruttare l’effetto annuncio per garantirsi un consenso di brevissimo termine e non consentono di elaborare una strategia complessiva e ben definita nelle risorse e negli obiettivi, che sia in grado di mettere a frutto le soluzioni che le nuove tecnologie potrebbero offrire.

          Per il mondo del business, la sostenibilità reca con sé minacce e opportunità. La sfida principale è rimettere in discussione un modello che sostiene che la società possa guadagnare solo con l’aumento dei consumi, dimenticando che non può esserci una crescita illimitata dei consumi in un pianeta con risorse limitate, come aveva segnalato il Rapporto The Limits to Growth commissionato dal Club di Roma nel 1972. L’area europea è all’avanguardia, specie nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Tuttavia, bisogna rendersi conto che l’economia europea ha uno scarso peso a livello globale, dove Stati Uniti, Cina, India e Sudafrica registrano impronte ecologiche di dimensioni molto significative. Sarebbe necessaria una “Yalta dell’energia”, in cui individuare una soluzione olistica a livello internazionale facendo collaborare politica e business.

          Anche se il livello internazionale è cruciale per affrontare la sfida del cambiamento climatico, ogni cittadino e ogni famiglia può, tuttavia, diventare leader nella propria realtà e farsi veicolo di un risveglio delle coscienze per promuovere stili di vita ecocompatibili. Nel campo delle scelte su nutrizione e agricoltura, questo passa anche dall’evitare lo spreco di cibo e dalla preservazione delle diversità bio-culturali, come la dieta mediterranea.

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