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Attività

Big Data as the next great digital challenge: what lies ahead?

    • Venezia
    • 20 Maggio 2016

          I Big Data sono ormai onnipresenti e l’analisi non è più ristretta a settori molto specifici come l’astrofisica, la genomica e l’intelligenza artificiale, ma trova oggi vari campi d’applicazione: dal commercio al dettaglio all’impiego delle risorse umane, dalla gestione del traffico ai consumi energetici o all’assistenza sanitaria.

          I Big Data forniscono soluzioni creative a  molti problemi sociali, economici e commerciali che sembravano irrisolvibili fino a pochi anni fa. Nessun settore produttivo né alcun aspetto della vita sono al riparo dai radicali cambiamenti avviati dalla “datificazione” del mondo e questo pone sfide senza precedenti ai governi, alle imprese e ai lavoratori.

          Volume, varietà e velocità sono le tre caratteristiche principali che distinguono i Big Data dai vecchi sistemi di analisi dei dati. Miliardi di dispositivi elettronici attivi ovunque  generano circa tre exabytes, ovvero tre trilioni di dati ogni giorno e la quantità di  informazioni digitali nel mondo raddoppia ogni tre anni.    Secondo alcune stime, meno del 2% di tutte le informazioni memorizzate è oggi di tipo non digitale rispetto al 75% nel 2000.

          Questa esplosione di dati prende la forma di immagini e messaggi postati su social networks, di  libri on-line, rilevazioni da sensori, segnali GPS trasmessi da telefoni cellulari, transazioni con carte di credito, cartelle cliniche e molto altro ancora. Tutto ciò è reso possibile da una maggiore capacità di memoria e potenza di elaborazione che permettono la trasformazione di fenomeni finora   non quantificati in dati. Diversamente dal passato, inoltre, molte di queste informazioni diventano disponibili in tempo reale, fornendo a chi le possiede un chiaro vantaggio competitivo sui rivali.

          La grande rivoluzione dei Big Data consiste, dunque, nell’accesso a enormi quantità di informazioni di vario tipo che vengono elaborate  mediante algoritmi intelligenti e software ingegnosi per individuare modelli, raccogliere spunti e vedere il mondo da nuovi punti di vista. I vantaggi economici e politici di un processo decisionale basato sui dati sono enormi. Conoscendo a fondo le preferenze dei loro clienti, le imprese creano nuovi mercati e aumentano le vendite attraverso prodotti personalizzati. Nello stesso tempo, i lavoratori possono concentrarsi sull’esecuzione di compiti più complessi e stimolanti, assegnando a macchine azionate da flussi di dati quelli più noiosi e ripetitivi.

          Dal punto di vista sociale, i Big Data  contribuiscono ad accrescere la trasparenza del governo democratico, a migliorare l’efficienza nella fornitura di servizi pubblici, ad affrontare problemi globali come il cambiamento climatico o a debellare le malattie prima che sfuggano al controllo. Ma presentano anche degli svantaggi. Non sono sempre nitidi, precisi e ordinati. Quando le dimensioni aumentano per ordini di grandezza, la   confusione è inevitabile. Inoltre, una più grande quantità di dati non significa necessariamente dati migliori così come l’individuazione di correlazioni più strette non dimostra l’esistenza di nessi causali.   

          Errori e punti deboli si possono riscontrare nei Big Data come pure negli algoritmi utilizzati per analizzarli. Per non parlare poi dei problemi riguardanti la violazione della privacy dei cittadini, le minacce alla sicurezza nazionale, il pericolo della disoccupazione tecnologica, la manipolazione politica delle informazioni tratte dai dati esaminati, o gli abusi monopolistici dei giganti tecnologici che li raccolgono. 

          I Big Data sono destinati a  rimodellare la società e l’economia,  ma i processi di trasformazione possono percorrere diverse vie. La creazione di infrastrutture digitali adeguate, la discussione di  una Magna Charta per Internet, la definizione di categorie di diritti umani connesse al web e la chiara assegnazione della proprietà del cloud sono tutti i passi necessari per ottimizzare la gestione dei Big Data. Spetta ai governi, alle imprese e ai cittadini trasformare il paradigma digitale in un forte stimolo per l’innovazione e lo sviluppo umano, senza mettere in pericolo la sicurezza nazionale, la tutela della privacy e le opportunità di lavoro.

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